ADDESTRAMENTO del cane
Quando si parla di addestrare il cane si intende: “rendere abile il cane a svolgere un lavoro”, uso appositamente il termine lavoro perché sin dai tempi della domesticazione del cane, quest’ultimo è stato reputato un collega che aiuta l’uomo ove questi non arriva.
Il cane diventa ausiliario del suo proprietario nella guardia del territorio o del bestiame, nella conduzione delle greggi, nella ricerca di tartufi, nella caccia e via dicendo.
L’ ADDESTRAMENTO OGGI
Oggi, queste forme di lavoro del cane vengono regolamentate da attività sportive cinofile che danno al cane la possibilità di mantenere le proprie memorie di razza o essere addestrati dalle forze dell’ordine per garantire la sicurezza di ognuno di noi.
L’ente per la tutela di razza in Italia è l’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) che organizza e gare e redige libretti di lavoro per certificare i singoli soggetti.
Esistono altri enti sportivi che organizzano eventi in cui oggi partecipano pure attività cinofile come lo CSEN, il CONI, la FISC, la Libertas.
Tra le discipline sportive riconosciute abbiamo
- Agility
- Utilità e difesa
- Obedience
- Mondioring
- Ricerca in superficie
- Ricerca in macerie
- Ricerca in valanghe
- Soccorso Nautico
- Pet Therapy
- Disc Dog
- Trick’s Dog
- Cani da assistenza
- Cani da caccia e riporto
- Sleedog
- Sheepdog
- Corsing
METODI E TECNICHE di addestramento
In tutte le discipline oggi si attuano delle lavorazioni basate sull’apprendimento cognitivo del cane, dove lo si mette nelle condizioni di voler collaborare con il conduttore, rendendolo attivo, durante le sessioni di addestramento, in modo da mantenere alta la sua attenzione e voglia di lavorare con noi.
Conosciamo molte tecniche adottate nel mondo dell’addestramento,
- rinforzo positivo,
- problem solving,
- clicker trainer,
- luring
- shaping.
E’ anche vero che, ancora oggi, esistono centri cinofili che applicano metodi costrittivi o coercitivi per spiegare al cane determinati esercizi; personalmente, li associo più alla doma dell’animale selvatico che all’addestramento del cane, nello specifico, oltre a un senso etico di maltrattamento del cane, con l’esperienza posso affermare che i metodi coercitivi rendono il cane reattivo (e non attivo) la cui collaborazione è vincolata dalla costrizione, il cane poco collaborativo riduce le sue prestazioni sempre più, man mano che si prosegue con l’addestramento.